Inquinamento da plastica
Cos'è l'inquinamento da plastica?
L'ONU ha definito l'inquinamento da plastica il più pericoloso in assoluto; i suoi effetti sono in grado di causare danni irreversibili al pianeta e di conseguenza alla salute dell'uomo. Non essendo un materiale biodegradabile è fonte di inquinamneto data la difficoltà del suo smaltimento.
La plastica davvero ovunque?
Se filtrassimo tutte le acque salate di tutto il mondo scopriremmo che ogni chilometro quadrato di esse contiene circa 46.000 micro particelle di plastica in sospensione.Senza un'efficace inversione di rotta, entro il 2025 gli oceani conterranno 1 tonnellata di plastica ogni 3 tonnellate di pesce ed entro il 2050 ci sarà, in peso, più plastica che pesce. La plastica rappresenta la quasi totalità (60-95%) dei rifiuti rinvenuti nei mari del mondo e il principale rifiuto rinvenuto sulle spiagge e sui sedimenti marini. L'80% di tutta questa plastica proviene da fonti terresti, il 20% da fonti marine (come pesca, acquacoltura e trasporto navale). Poiché la maggior parte delle plastiche non si biodegrada in alcun modo, tutta quella dispersa in natura vi resterà per centinaia o migliaia di anni. Usata in media per 4 anni, ma spesso una volta sola, la plastica rimane a "soggiornare" in mare per periodi che vanno dai 5 anni per un filtro delle sigarette, 20 anni per una busta, 50 anni per un bicchiere e fino 600 anni per un filo da pesca. Se a destare più clamore sono le macroplastiche, rifiuti di maggiori dimensioni provenienti da oggetti comuni e quasi tutti monouso come sacchetti, filtri delle sigarette, palloncini, bottiglie, tappi, o cannucce sono soprattutto le microplastiche, frammenti inferiori ai 5 millimetri, ad avere gli impatti maggiori sulla vita marina.
Ridurre la plastica nell'ambiente è fondamentale, se si vuole preservare la vita degli ecosistemi e diminuire l'inquinamento da plastica. L'inquinamento delle acque è dannoso sia per l'uomo che per la fauna selvatica; ogni giorno migliaia di esemplari di tartarughe marine, uccelli e altri animali che vivono negli oceani, soffocano a causa dei sacchetti di plastica oppure restano imprigionati delle attrezzature da pesca abbandonate.
Perchè giova alla nostra salute l'utilizzo dei depuratori?
Gli effetti collaterali della plastica non solo danneggiano gli ecosistemi marini, ma anche l'organismo umano: recenti studi hanno dimostrato che esso è in grado di assimilare le microplastiche. Una persona potrebbe ingerire mediamente una media di 5 grammi di plastica alla settimana arrivando fino a 250 grammi all'anno: la causa principale è ingerimento di acqua del rubinetto non depurata. Una volta ingerite queste microplastiche l'organismo non potrà più liberarsene in nessun modo quindi è fondamentale ridurre l'assunzione grazie all'utilizzo di filtri e depuratori.
Quali sono i danni delle MICROPLASTICHE (visibili) sull'organismo umano?
Gli esseri umani, come gli animali, sono esposti alle particelle e additivi chimici rilasciati dai detriti di plastica, diffusi nell'intera biosfera. Ma cosa sappiamo dell'impatto delle microplastiche sulla salute umana? L'esposizione dell'uomo alle microplastiche può avvenire attraverso due vie, la dieta e l'inalazione aerea. Attraverso l'intestino avviene il trasferimento delle microplastiche fino al sistema linfatico. Ed è stato evidenziato un aumento del trasporto di MP (0,45%, rispetto a allo 0,2% nei controlli su individui sani) nel colon di pazienti con malattia infiammatorie intestinale, correlato a un aumento della permeabilità intestinale. A causa delle loro microscopiche dimensioni, le micro- e nanoparticelle potrebbero trovare nella fagocitosi o endocitosi la via preferenziale di assorbimento. Inoltre, la sola presenza fisica di microplastiche a livello intestinale può risultare tossica a causa della loro intrinseca capacità di indurre blocchi intestinali o abrasioni tissutali.
Quali sono i danni delle NANOPLASTICHE (invisibili) sull'organismo umano?
Le nanoplastiche (vale a dire, le particelle invisibili) suscitano peraltro le maggiori preoccupazioni. Esse possono traslocare facilmente attraverso le diverse barriere intestinale, ematoaerea, polmonare e cerebrale. Entrando così in tutte le cellule. È plausibile che le nanoplastiche possano rivelarsi essere un 'cavallo di Troia' invisibile, capace di veicolare in ogni tessuto dell'organismo umano sostanze tossiche.